Presentazione

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[Ultima modifica 07 – 01 – 2014.]

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Da “Documento di principio per la costruzione di contesti educativi libertari a Milano”

 

Chi siamo

Siamo un gruppo di genitori e insegnanti, psicologi e pedagogisti, artisti, lavoratori e studenti che ha dato vita ad un collettivo basato sui principi dell’educazione non autoritaria, libertaria e democratica, impegnato a costruire un percorso di sensibilizzazione delle persone, grandi e piccole, all’educazione, all’espressione artistica e corporea, all’ecologia e alla costruzione di relazioni paritarie e comunitarie.

Il Collettivo Milanese per l’Educazione Libertaria (“CMEL” o “Collettivo”) è un organismo gestito attraverso le proprie periodiche assemblee pubbliche, è apartitico ed è attivo dall’aprile 2011.

Abbiamo organizzato diverse occasioni d’incontro e approfondimento su tematiche educative: per esempio, Domenica 29 maggio 2011 “La Pedagogia Libertaria da Francisco Ferrer ai giorni nostri… e futuri!” e Domenica 5 Febbraio 2012 “Quando l’Educazione Cambia – Giornata per l’Educazione Libertaria”.

Il Collettivo ha, inoltre, avviato un percorso di approfondimento e ulteriore coinvolgimento delle famiglie con l’obiettivo di favorire la costituzione di uno o più contesti educativi di tipo libertario nell’area milanese.

Hanno partecipato agli incontri diverse centinaia di cittadini di Milano e comuni limitrofi evidenziando un forte interesse nei confronti del Collettivo e delle proposte educative di stampo libertario.

Attraverso il confronto pubblico, abbiamo valutato l’esistenza di una rilevante domanda da parte dei genitori nei confronti di approcci educativi alternativi a quelli presenti nel contesto metropolitano milanese. Riteniamo anche che questa potenziale domanda rimanga sostanzialmente inespressa, a causa dell’assenza di offerte educative di questo tipo nel nostro territorio.

Il CMEL intende avviare la costituzione di una o più Associazioni non a scopo di lucro (ONLUS) fondate su principi democratici e partecipativi di tutti i soggetti interessati (educatori, collaboratori, genitori) al fine di gestire la progettazione dettagliata e la costruzione pratica di ciascun nuovo contesto educativo al fine di condurre le attività propedeutiche in un contesto formalizzato che garantisca la totale trasparenza.

Il Bisogno

Considerato il forte interesse dimostrato dalle famiglie residenti in diverse zone della città, abbiamo deciso di valutare la disponibilità di spazi fisici a Milano, al fine di finalizzare il progetto di costruzione di uno o più contesti educativi.

Riteniamo, infatti, che la conoscenza della disponibilità di spazi idonei a ospitare strutture educative dedicate a gruppi di bambini compresi fra i 25 e i 40 elementi (per il momento intendiamo concentrarci sulla fascia della scuola per l’infanzia, primaria e scuola secondaria di primo grado – età comprese fra i 3-13 anni) sul nostro territorio sia una precondizione al fine di valutare la fattibilità del progetto.

Siamo soprattutto interessati a capire la disponibilità di spazi pubblici in comodato d’uso o a canone calmierato al fine di garantire un migliore accesso a questa esperienza da parte del pubblico interessato. Gli ingenti investimenti necessari ad affittare immobili idonei all’avviamento di contesti educativi per bambini sul mercato immobiliare privato, avrebbero infatti un effetto negativo rispetto all’accessibilità della proposta.

Educazione libertaria

La nostra pratica educativa libertaria prende come riferimento diverse metodologie delle scuole attive e si inspira ad educatrici ed educatori come Marcello Bernardi, John Dewey, Francisco Ferrer y Guardia, Célestin Freinet, Mark Greenberg, David Gribble, Mario Lodi, Don Lorenzo Milani, Maria Montessori, Loris Malaguzzi, Alexander Neill. oltre a ispirarsi al pensiero e alle esperienze passate di scuole libertarie ancora attive come Summerhill e la Sands School.

Il Collettivo trae ispirazione dalle esperienze di educazione democratica (democratic education) vive e attive in varie parti del mondo (si veda il sito dell’EUDEC Comunità Europea per l’Educazione Democratica) e delle esperienze di educazione libertaria già avviate e in fase di costituzione in Italia e raccolte nella Rete per l’Educazione Libertaria.

Con il termine “educazione libertaria” indichiamo un insieme di riflessioni, idee,esperimenti che negli ultimi due secoli in tutto il mondo hanno avuto per temafondamentale l’educazione alla libertà.

La riflessione è centrata sul nesso tra educazione e potere e la spinta dell’agire libertario è l’intento di offrire una relazione educativa antiautoritaria e antigerarchica.

Le esperienze di scuola democratica dimostrano che esistono altre forme di relazione tra individui, basate sulla libertà, la partecipazione e la condivisione.

La pedagogia libertaria intende superare le strutture cristallizzate di potere che si creano in tutte le forme di relazione sociale in cui si ripropone un modello basato sulla gerarchia e sul dominio.

Nel progettare un contesto educativo libertario è fondamentale assicurare la massima coerenza tra mezzi e fini poiché riteniamo sia impossibile usare la violenza per educare personalità non violente, la competizione per formare persone solidali, e anche l’uso della tecnologia presuppone una scelta capace di assicurare che lo strumento sia compatibile con gli obiettivi educativi condivisi. L’approccio libertario ricerca attraverso l’esperienza e la sua rielaborazione costante le vie che possano migliorare la nostra società in coerenza con i fini che ci si propone.

L’educazione (intesa come autoeducazione) è un fine che si raggiunge attraverso una rivoluzione quotidiana, ma essa è anche un mezzo per questa rivoluzione quotidiana [Trasatti, “Lessico minimo di pedagogia libertaria” pag.11-12].

Principi di base

I – L’autogestione, definita come “metodo in cui le decisioni vengono prese dai soggetti direttamente interessati in proporzione agli effetti della decisione su se stessi”. Lo strumento principale per la realizzazione dell’autogestione è l’assemblea. All’interno dell’assemblea le decisioni posso essere prese in vari modi, con forme diverse di partecipazione, all’unanimità attraverso la ricerca del consenso o con vari livelli di maggioranza, eccetera: queste questioni verranno approfondite e valutate nel concreto dai soggetti interessati in modo da scegliere per ciascuna decisione le forme che meglio rispettano il principio di autogestione.

II – La scelta libera delle attività da parte dei partecipanti all’esperienza si concretizza: (i) nella costruzione delle proposte educative attraverso il confronto collettivo con il contributo di tutti i componenti della comunità; (ii) nella possibilità per ciascun partecipante di decidere se e a quali attività partecipare. Discende da questo principio che l’età anagrafica non possa essere l’unico punto di riferimento per costituire gruppi di lavoro.

III – L’apprendimento si realizza condividendo percorsi di ricerca e scoperta, valorizzando il confronto di opinioni, la capacità critica ed autocritica, l’apporto di ciascun individuo al progredire della conoscenza comune. Questi percorsi saranno incentrati sull’esperienza pratica e sulla sua costante rielaborazione. In quest’ottica, l’errore assume una valenza positiva in quanto occasione di crescita e di riflessione.

IV – La nostra idea di pedagogia libertaria è antitetica rispetto al sistema del voto e della prestazione, in cui l’interrogazione o il compito, e non l’apprendimento o la formazione della persona, diventano il punto centrale del percorso, svuotandolo di senso e creando inutili ansie e umiliazioni. La pedagogia libertaria, al contrario, mette al centro del processo di formazione la relazione di reciproco scambio cognitivo ed emotivo tra gli studenti stessi e tra studenti ed accompagnatori. È attraverso questa rete di relazioni e tramite processi di costruzione condivisa delle conoscenze che avviene la formazione. Tali processi vengono sistematicamente “valutati”, da parte di accompagnatori e studenti, attraverso forme condivise e partecipate di riflessione e autovalutazione del proprio lavoro e del proprio apprendimento, considerando sia i percorsi collettivi che i percorsi individuali.

V – La formazione degli accompagnatori in un contesto libertario non avviene tramite la trasmissione dall’alto di un modello univoco, ma tramite percorsi di autoformazione che si fondino sulla rielaborazione e sul confronto di esperienze concrete e che stimolino i partecipanti a mettersi costantemente in discussione, anche a partire dalla presa di coscienza dei propri comportamenti riconducibili in realtà a modelli autoritari.

 Il Progetto

Finalità di questo progetto è proporre contesti che mettano il bambino al centro del processo educativo, dandogli la possibilità concreta di scegliere tra gli innumerevoli stimoli che rispondono ai sui bisogni.

Restando fedeli all’ etimologia del termine educare, exducere, che significa “tirar fuori”, il nostro interesse è quello di valorizzare le risorse personali e sostenere l’espressione delle potenzialità insite in ogni essere umano; “educare a essere”, ossia accompagnare il bambino nel cammino della propria evoluzione, lasciandolo libero di sperimentarsi, conoscersi, svilupparsi in modo sano e armonico.

Una pedagogia che lascia essere permette che si crei quell’ambiente fertile per la scoperta, stimolando quella curiosità innata che è la prima motivazione ad imparare.

Utilizzando pratiche educative libertarie si intende dare la possibilità ai ragazzi e alle ragazze che crescono all’interno di questo contesto in primis di apprendere ad apprendere, fornendo loro strumenti di conoscenza di sé e dell’ambiente circostante. In questo modo, si crea un bagaglio esperienziale in grado di essere richiamato all’occorrenza, di fronte a scelte di carattere personale, sociale, pratico o morale.

Una scuola che ha come obiettivo quello che i ragazzi e le ragazze imparino a vivere al meglio la loro vita senza la pretesa di insegnare loro come fare. Non offrendo un metodo precostituito o una scala di valori rigida ogni soggetto è libero di creare la propria, individuando il proprio modus vivendi, quello migliore per sé.

Vivendo la possibilità di ascoltare e prendersi cura di sé, ascoltare e prendersi cura degli altri e sperimentando la non contraddittorietà intrinseca di questi atteggiamenti è possibile sviluppare una personalità in grado di essere autonoma, di perseguire ciò che desidera, senza per questo prevaricare, danneggiare o ignorare l’ambiente circostante.

La realtà che qui si propone è dinamica, in continuo movimento, proprio perché muta a seconda delle necessità o iniziative che vengono accolte.

Il curricolo si costruisce tutti insieme, tenendo in considerazione le intelligenze multiple e le diversità di ognuno.

Si ricerca l’emancipazione da una visione adulto-centrica, favorendo un contesto dove bambine e bambini possano sentirsi liberi di imparare serenamente in armonia con se stessi. Il rispetto dei tempi di ciascuno, la percezione sensoriale e la motivazione come molla per una vera conoscenza sono elementi essenziali per qualsiasi apprendimento. Quest’ultimo è un processo naturale e spontaneo, che nasce attraverso l’esperienza diretta piuttosto che dal passaggio di concetti astratti da un mittente ad un ricevente passivo.

In questo contesto educativo, i partecipanti hanno la possibilità di ascoltarsi e seguire le proprie inclinazioni e interessi e farsi incuriosire dagli stimoli proposti. L’organizzazione di una molteplicità disciplinare e l’integrazione tra le varie materie favorisce così il percorso verso la conoscenza e il pensiero critico-analitico, dove la libertà di scelta permette lo sviluppo di un’individualità responsabile che guarda all’autonomia.

Dunque, l’incidentalità del curricolo, assume un ruolo fondamentale proprio perché rispettosa delle curiosità e degli specifici bisogni espressivi e psicofisici di ogni soggetto.

Incidentalità non significa casualità: al contrario, l’assenza di un programma predefinito e obbligato di contenuti, da trasferire al discente in modo unidirezionale, consente ad ognuno di scegliere e organizzare il proprio sapere potenziando competenze metacognitive e capacità di autovalutazione. La possibilità di scegliere ciò che si desidera imparare, in un contesto di esperienze attive e costanti rielaborazioni, apre le porte ad un apprendimento attivo che consente la creazione di un bagaglio contenutistico ed esperienziale solido.

La relazione educativa tra educando e maestro-accompagnatore vuole essere antiautoritaria. L’adulto è una guida che aiuta i bambini ad imparare autonomamente. Non fornisce giudizi, premi o castighi ma offre, stimola, suggerisce, indaga le situazione oltre la superficie, media e mette a disposizione la sua passione, le sue competenze ed autorevolezza. Il rapporto vuole essere paritario, dove le parti si mettono in discussione in uno scambio reciproco perché possano imparare l’uno dall’altro.

Nel contesto educativo libertario, la dimensione comunitaria è di significativa importanza. L’assemblea tra tutti i partecipanti all’esperienza e all’interno dei gruppi di lavoro rappresenta la centralità organizzativa del contesto educativo. Si tratta di una forma di condivisione effettiva e costante che permette il confronto, la costruzione di regole e il loro rispetto, la cooperazione, l’ascolto e il bene comune. Attraverso l’assemblea si impara il valore del dialogo e della mediazione, principali veicoli per la soluzione dei conflitti.

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Per ulteriori informazioni:

Documento di presentazione della Rete per l’educazione libertaria italiana

Manifesto per l’educazione libertaria