Milano: Una giornata sulla pedagogia libertaria

Un articolo uscito a cura del CMEL sull’ultimo numero di A Rivista Anarchica

Da A Rivista Anarchica n.370

http://www4.datacomm.ch/anarca-bolo/a-rivista/370/16.htm#6


“Quando l’educazione cambia?”: ne abbiamo parlato domenica 5 febbraio, a Milano, al Circolo Arci “La Scighera” dove il Collettivo Milanese per l’Educazione Libertaria (“CMEL”) e la Pianta Anarchica, hanno organizzato una giornata per presentare le prime esperienze educative libertarie nate in Italia e discutere di come farne nascere di nuove a Milano e, più generale, in Lombardia.
Di fronte a una sala molto affollata si sono aperti i lavori con una breve nota di Maurizio Giannangeli, referente lombardo della Rete per l’Educazione Libertaria (1) e membro del neonato CMEL.

Le esperienze

Oscar Agostoni e Laila Sage hanno presentato il rilancio della “Scigherina”, spazio autogestito all’interno del circolo pensato in un’ottica di compartecipazione attiva all’educazione dei bambini.
Giulio Spiazzi, invece, apre la parte dedicata alle esperienze educative libertarie parlando di Kiskanu (2), scuola libertaria autogestita nata a Verona nel 2004.
Kiskanu è una un’esperienza legata e contestualizzata nel territorio veronese che si basa soltanto sull’appoggio delle famiglie che hanno deciso consapevolmente di sostenere il progetto pagando una retta mensile tra i 280 e i 300 euro al mese. Interessante è anche il mutuo appoggio che si è creato tra le famiglie che, infatti, possono decidere di aiutarsi reciprocamente nel pagamento della retta. Si sottolinea l’importanza del rispetto tra le varie componenti del progetto e il ruolo che l’assemblea, composta da tutti i protagonisti (educatori/trici, genitori e bambine/i), riveste nella risoluzione delle problematiche che si presentano nella gestione quotidiana di una scuola. Kiskanu non è una scuola riconosciuta dalla Stato e non aspira ad esserlo in quanto vuole mantenere la propria indipendenza didattica e chi la frequenta deve sostenere ogni anno un esame obbligatorio che “certifichi” il grado di preparazione per poter accedere alla classe di studio successiva.
Gabriella Prati ha descritto la recente esperienza de “Il Cerchio”, nata nel 2010 in prossimità di Bologna. La sede della scuola, al momento, è all’interno dell’abitazione di due famiglie aderenti al progetto ma sono alla ricerca di uno spazio da autogestire insieme ad altre realtà associative locali. L’impostazione educativa, di tipo democratico-libertario, cerca di alternare e offrire una dimensione individuale dell’ascolto.
La mattinata densa di interventi e di discussione fra le centinaia di partecipanti si è conclusa con Gabriella Fulginiti e la sua esperienza di educatrice libertaria in ambiti dedicati ai disabili.

Milano, Circolo ARCI “La Scighera”, 5 febbraio
2012. Un aspetto dell’incontro
sulla pedagogia libertaria (foto Mario Gastoni)

Workshop di approfondimento

Dopo il momento conviviale del pranzo, i presenti hanno organizzato tre gruppi di lavoro su tematiche di interesse comune e strategico.

Scuola libertaria a Milano, come orientarci?

Il gruppo partecipante, composto da circa quaranta persone, ha discusso di come iniziare a progettare la costituzione di contesti educativi nuovi a Milano.Innanzitutto è necessario formare un gruppo di persone che abbiano ideali educativi comuni e abbandonino i saperi precostituiti. È necessario conoscersi, studiarsi, capire il punto di vista di ognuno per scoprirsi unanimi verso una direzione condivisa, in quanto è fondamentale trovare i giusti equilibri che consentano di tessere relazioni stabili e feconde. La ricerca di uno spazio dove attuare il progetto e la creazione di un’associazione culturale promotrice, rappresentano due passaggi fondamentali per dare sicurezza e continuità al gruppo di progetto. Per la questione del riconoscimento del percorso scolastico si fa riferimento agli artt. 30 e 33 della Costituzione.
Ogni genitore può presentare una dichiarazione al direttore scolastico di appartenenza in cui comunica la decisione di ritirare il figlio dalla scuola pubblica avvalendosi del meccanismo della “scuola parentale”. Il gruppo di lavoro ha determinato di rivedersi in maniera regolare attraverso il neocostituito CMEL per verificare le possibilità concrete di azione in questo campo.

Differenze di genere nella pedagogia (3)

Il gruppo di lavoro è partito dalla constatazione della carenza degli studi di genere nelle università italiane che dovrebbero formare educatori ed educatrici e pertanto di una scarsa riflessione sul ruolo di genere e sesso nella dimensione pedagogica, trattando pertanto l’argomento come neutrale o presunto tale. Citando Elena Gianini Belotti (4) e Loredana Lipperini (5), il gruppo parte dal presupposto che l’esistenza delle bambine sia incanalata ancor prima della nascita. Oggi, le bambine vengono bombardate già dai primi anni di vita da modelli che le ritraggono e le vogliono sensuali, piacenti, accattivanti e vengono educate (dalla famiglia, dalla tv, dalla società) al dovere di piacere all’uomo. In un’ottica antisessista, il gruppo di lavoro ha ritenuto importante porre l’attenzione sul ruolo che gli/le educatori/trici hanno nello sviluppo della libertà di bambini/e lasciando loro la possibilità di esprimersi liberamente, senza incanalarli in schemi culturali stereotipati in base al sesso di appartenenza.

Perché non cercare di cambiare la scuola dall’interno?

Il terzo ed ultimo gruppo di lavoro e di approfondimento, si è interrogato su quale sia oggi la possibilità di cambiare la scuola di stato dall’interno.
Di fatto si è giunti alla considerazione che attualmente tale possibilità è sempre più labile e incerta. Le istituzioni e la società non hanno più alcuna relazione di tipo dialogico e sempre più spesso i tentativi di chi promuove il dialogo e l’ascolto, sono frustrati dalla netta indisponibilità e dalla mancanza di apertura di un sistema scolastico, nel suo complesso, sempre più ridotto a mero ordinamento. È stata avanzata alla Rete per l’Educazione Libertaria la richiesta di farsi soggetto capace di mettere in relazione tra loro non solo le esperienze libertarie in ambito educativo che stanno nascendo in Italia, quanto anche le esperienze di insegnanti, educatori e studenti che vivono in modo critico dentro a strutture gerarchiche e coercitive. Di questa richiesta la Rete si farà senz’altro carico anche riprendendo il tema al convegno nazionale che, per quest’anno, verrà organizzato a Rimini per il 26 e 27 maggio.
Chi fosse interessato a contribuire alla costruzione di contesti educativi libertari nel milanese può trovare materiale video, fotografico e documentale nel nostro nuovo blog ma soprattutto si metta in contatto con noi per partecipare attivamente.

Collettivo Milanese per l’Educazione Libertaria
http://educazionelibertariamilano.noblogs.org/
educazionelibertariamilano@inventati.org

Note

  1. www.educazionelibertaria.org.
  2. www.kiskanu.org.
  3. Un ringraziamento ad Aliz per il supporto alla stesura del resoconto del gruppo di lavoro sulle differenze di genere.
  4. Autrice di “Dalla parte delle bambine” – Feltrinelli.
  5. Autrice di “Ancora dalla parte delle bambine” – Feltrinelli.